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Contesto

Ad oggi molte organizzazioni si ritrovano ad affrontare sfide significative dovute all’utilizzo e adeguamento di software obsoleti che spesso costituiscono un ostacolo all’agilità e una fonte di rischi. Il ciclo di vita del software spesso vede il tramonto di soluzioni inizialmente molto promettenti e diffuse attraverso una progressiva riduzione della presenza nel mercato e del supporto offerto, il superamento per mezzo di altre soluzioni, o la concentrazione e riduzione di competenze avanzate.

Nonostante gli evidenti svantaggi nel mantenimento di soluzioni datate, si tende spesso a procrastinare o cercare di posticipare la transizione verso una nuova tecnologia a causa delle considerevoli spese necessarie e degli impatti, tipicamente elevati, su tutti i sistemi coinvolti. Tuttavia, si ignora il fatto che il debito tecnologico così accumulato fa proliferare nel tempo i costi di gestione e di evolutive. Inoltre, può accadere che all’improvviso (ad esempio per questioni normative o per end of life di un software, ecc..) si debba comunque modernizzare parte della propria piattaforma e poi ci si debba scontrare con tempi molto più ristretti e rischi maggiori.

Punti critici

Le problematiche e le limitazioni causate dal mantenimento di software obsoleti sono molteplici:

  • Il software in adozione potrebbe limitare la possibilità di implementare evolutive per impossibilità tecniche e/o funzionali (es. potrebbe non essere in grado di interfacciarsi con tecnologie moderne, potrebbe non essere in grado di gestire la scalabilità/configurabilità desiderata di nuovi flussi, ..)
  • Il software potrebbe andare in end-of-maintenance e incorrere in bug/problemi che il vendor non sarebbe più tenuto a risolvere, aumentando così notevolmente i costi di manutenzione a carico dell’azienda (e i rischi!)
  • Spesso la conoscenza legata a flussi sviluppati su software obsoleti si è dispersa nel tempo, rendendo complesso l’intervento in caso di necessità di modifiche/evolutive

Ciononostante, anche la scelta di passare a un nuovo strumento porta con sé delle sfide e delle difficoltà che è necessario tenere in considerazione e affrontare:

  • Individuare il nuovo sostituto non è semplice, ci sono molti fattori da tenere in considerazione, tra cui:

Le funzionalità e le capability offerte
L’affidabilità dell’azienda produttrice
I costi, di licensing e per l’infrastruttura necessaria
Le competenze richieste

 

  • Il passaggio al nuovo strumento richiede spesso un grande dispendio economico e un lungo impegno, in quanto non è quasi mai possibile automatizzare la migrazione dei flussi preesistenti ed è quindi necessario operare manualmente

Soluzione

Nel valutare la transizione verso una nuova piattaforma, potrebbe rivelarsi vantaggioso considerare l’adozione di strumenti che possano agevolare la migrazione verso il nuovo prodotto identificato. L’automazione o la semi-automazione della migrazione da software più obsoleti può infatti comportare numerosi vantaggi, tra cui una non trascurabile riduzione dei tempi e, conseguentemente, dei costi, e una maggiore precisione e affidabilità dei processi risultanti.

Nella nostra esperienza, abbiamo impiegato un tool di migrazione messo a disposizione da Semarchy per migrare centinaia di flussi realizzati dal cliente in passato utilizzando il prodotto Sunopsis. Semarchy è una suite per la gestione dei dati che, oltre a varie capability, offre infatti la possibilità di tradurre in modo semi-automatico flussi provenienti da altri software, tra cui Sunopsis e Oracle ODI,  o di tradurre in flussi degli script SQL/PLSQL.

Va sottolineato che il processo è da considerarsi semi-automatico, poiché ci sono diverse casistiche che potrebbero richiedere un intervento manuale:

Sul software di origine potrebbero essere stati sviluppati componenti specifici per gestire comportamenti particolari senza un duale su Semarchy.

Il comportamento del software di origine potrebbe essere stato modificato per soddisfare esigenze specifiche, il che potrebbe rendere meno corretta la mappatura verso Semarchy.

è possibile che una funzionalità utilizzata nel software di origine non abbia una corrispondenza diretta o sia implementata in modo diverso su Semarchy, impedendo così la mappatura automatica da parte del tool.

In queste situazioni, un intervento manuale può colmare il gap necessario per arrivare a ottenere una migrazione corretta:

  • Mediante un approfondito processo di analisi per identificare i migliori parametri di configurazione
  • Sfruttando una comunicazione diretta con gli sviluppatori di Semarchy, disponibili ad implementare nuove funzionalità e fornire supporto per personalizzazioni dello strumento dove necessario

 

È importante sottolineare che l’effort necessario per configurare e, eventualmente, personalizzare lo strumento al fine di ottenere migrazioni corrette rimane comunque notevolmente inferiore rispetto all’effettuare migrazioni completamente manuali senza l’ausilio di tali strumenti.

Il percorso completo

Il percorso di avanzamento verso la modernizzazione della data platform si articola in due fasi:

  • Messa in sicurezza

Tutto ciò che risulta obsoleto deve essere messo in sicurezza. E’ bene che questa operazione venga fatta nel modo più efficiente possibile, affidandosi quindi, ove possibile, a tool che supportino la migrazione almeno in modo semi-automatico.

  • Riduzione del debito tecnologico

Una volta conclusa la fase di messa in sicurezza è possibile concentrarsi sulla riduzione del debito tecnologico e sull’efficientamento dell’as-is. Questo può includere l’integrazione di best-practice, una maggiore aderenza con la data governance e l’ottimizzazione dei processi.

Messa in sicurezza

La fase di messa in sicurezza, in caso di migrazione verso Semarchy xDI, si compone di 3 step:

Estrazione
I dati vengono estratti dai sistemi sorgenti e salvati in una struttura interna del tool di migrazione.
Migrazione
Dopo aver selezionato e inserito i parametri di configurazione più adatti e aver convertito i dati precedentemente estratti in formato Semarchy, vengono generati i nuovi flussi.
Validazione
I nuovi flussi vengono testati, se possibile eseguendo delle verifiche in parallelo con i flussi preesistenti, prima di essere sostituiti in produzione.
SemarchyUseCase

Riduzione del debito tecnologico

Esistono varie strade percorribili per ridurre il debito tecnologico, tra queste sicuramente è essenziale considerare la definizione di linee guida chiare e robuste, che possono riguardare:

La definizione e applicazione di una naming convention è cruciale per organizzare e identificare in modo chiaro ed efficace i progetti, i metadati e i deliverable.

è importante l’utilizzo di uno standard per la gestione dei log, che consenta di centralizzare le informazioni sull’esecuzione dei flussi in un unico punto. Questo facilita il monitoraggio e la risoluzione dei problemi, migliorando la visibilità e la tracciabilità delle attività di sviluppo e di esecuzione.

Fondamentale per permettere di uniformare il più possibile i deliverable semplificando il lavoro degli sviluppatori e facilitando la consultazione e la manutenzione dei prodotti.

Definire standard e procedure per la gestione dei metadati permette di organizzare e catalogare in modo coerente le informazioni sui dati, sui processi e sulle risorse. Questo favorisce una maggiore comprensione e tracciabilità degli elementi coinvolti, riducendo il rischio di duplicazione, errori e informazioni obsolete.

Può inoltre essere utile considerare l’adozione di un tool di data governance in modo da permettere di implementare politiche automatizzate e garantire la conformità, migliorando così l’efficienza e la sicurezza dei processi.

È importante sottolineare che queste migliorie, oltre ad essere integrate in tutti i nuovi sviluppi, dovrebbero anche essere applicate retroattivamente anche a quanto migrato da tool precedenti. Questo assicura un allineamento uniforme e coerente con le best practice e contribuisce alla riduzione del debito tecnologico complessivo.

Vantaggi

Riduzione delle tempistiche e dei costi di migrazione
Maggiore precisione ed affidabilità dei processi risultanti
Riduzione dei rischi operativi

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